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Quali sono i criteri Pubblicazione

“Non esistono dei criteri universali e, per fortuna, ogni libro ha una storia a sé. Dico “per fortuna” perché se tutti gli editori si attenessero a delle regole prestabilite e fisse penso che sarebbe molto difficile intercettare delle novità di valore. Ovviamente, al di là delle singole vicende editoriali, i romanzi devono avere dalla loro tratti davvero convincenti: una storia, la scrittura, i personaggi, la costruzione. Eppure, non basta neanche il riconoscimento di una qualità letteraria: oggi per farsi spazio in libreria serve una marcia in più, quell’elemento di scarto e di sorpresa di cui gli editori, ognuno in un modo diverso, sono alla ricerca”.
Joy Terekiev, editor Mondadori
“La qualità letteraria del testo. Se ci convince, si pubblica. Altrimenti no. Il che ovviamente non toglie che si possa anche sbagliare”.
Giuseppe Strazzeri, Longanesi
“La gente è convinta che esistano dei criteri specifici ma io non la penso così. È una questione di gusto personale. Ognuno ha reazioni diverse davanti alla pagina scritta. Io mi pongo in modo completamente istintivo. Mi piace o non mi piace”.
Nicola Lagioia, Minimumfax
“Distinguerei prima di tutto fra narrativa e saggistica. Per quest’ultima, semplificando per forza di cose, i criteri (perlomeno all’interno di una casa editrice d’impostazione generalista come quella per cui lavoro) sono la competente consapevolezza dell’autore su un tema significativo presso l’opinione pubblica, una vivace capacità argomentativa e una disposizione non forzata alla divulgazione.  Per la narrativa direi che valgono invece criteri dinamicamente interconnessi e di non completa riducibilità a un paradigma del tutto razionale: invenzione narrativa, capacità di costruzione del plot, voce, tenuta stilistica. Sulla pubblicabilità o meno perciò sono svariati i fattori che entrano in gioco, ma in specie per la narrativa credo che tra i non addetti ai lavori a volte si tenda a scambiare gli elementi costituivi del bello scrivere per quelli del buon narrare, mentre ci tengo a sottolineare che dal punto di vista editoriale gli uni e gli altri non sono di necessità coincidenti. Ci sono scrittori che sono cantastorie nati, sanno avvincere dalla prima pagina con la forza della loro invenzione ma non fanno della ricchezza stilistica o linguistica la loro forza. Vi sono autori invece in cui raffinatezza linguistica ed eleganza stilistico-formale sono caratteristiche precipue. Prendendo in prestito altrove una distinzione di generi, è oggi assodato che esistono autori classici, rock, pop, e jazz, ognuno con dignità di esistenza entro l’arte musicale. Se abbiamo però in buona parte jntroiettato l’idea che non esista di fatto un metro assoluto per definire come superiore uno tra i vari generi musicali esistenti, questo non sembra ancora valere per la scrittura. Mentre io credo che il buon editore è colui che sa assegnare e riconoscere in un testo la qualità intrinseca a ogni genere”.
Gemma Trevisani, Rizzoli
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